Londra, 1889

Un’orfanella si aggira per i bassifondi della fumosa e plumbea capitale del glorioso impero britannico. Ma Londra non è fumosa e plumbea nel modo in cui siamo abituati ad immaginarla, l’impero britannico non è quello che conosciamo dai manuali di storia, né tantomeno l’orfanella - la Alice Key di questo entusiasmante titolo di Antonio Costantini uscito nel 2019 per Edizioni Librarsi - è la tipica orfanella innocente e indifesa.

“Alice Key e l’origine del mondo” infatti è ambientato in un’ucronia steampunk in cui la regina Vittoria - o meglio una sua riduzione in Intelligenza Artificiale - forte di un avanzamento tecnologico senza precedenti (e conseguito in modi non del tutto cristallini) è riuscita a sedare l’insurrezione nelle colonie americane, dominando ora incontrastata in gran parte del globo terracqueo. In tutto questo noi incarneremo appunto Alice Key, una ragazzina di sedici anni che si “guadagna” il pane quotidiano grazie ad una smisurata attitudine allo stratagemma e alla canaglieria, che un giorno viene a sapere che il padre, creduto morto, è in realtà fuggito per riparare (per ragioni tutte da scoprire) nella città de Il Cairo.

Automi equini a vapore al traino di carrozze, mastodontici animali meccanizzati che scorrazzano in competizione lungo le strade di Amiens, una torre Eiffel riconfigurata come rampa di lancio per un razzo diretto sulla luna, una versione androide di Jack lo squartatore che vaga per gli angusti vicoli de Il Cairo, divinità egizie robotiche munite di “intelligenza analitica” sono solo alcuni dei suggestivi elementi dello scenario immaginifico che farà da cornice al lungo e accidentato percorso che ci condurrà alla periferia dell’impero.

Parte cospicua della vicenda si svolge proprio nella città de Il Cairo, alla ricerca degli indizi che ci permetteranno di riannodare i fili spezzati con nostro padre. Qui l’autore, forte di un massiccio impianto di parole chiave, architetta per il lettore un’esperienza di “free roaming” - accostabile per molti aspetti a quella di un’avventura grafica - in cui per progredire occorrerà battere e ribattere i medesimi luoghi, ma con conoscenze e oggetti nuovi che consentiranno di sbloccare sentieri sempre alternativi. Al testo viene così assicurata una longevità fuori dal comune.

In “Alice Key” regolamento di gioco e costruzione del personaggio si dimostrano agili ed intuitivi. Prima di immergersi nell’azione al lettore basterà solamente selezionare due caratteristiche (la prima tra Vigore e Acrobazia, la seconda tra Archeologia e Ingegneria) dato che gli altri punteggi che definiscono Alice verranno assegnati di default. Dovremo aggiornare la nostra dotazione di punti Punti Salute (l’energia vitale), un parametro di Aggressività suscettibile di aumentare o diminuire a seconda delle scelte che faremo (con ripercussioni significative sulla trama) e i Punti Vapore, utili a misurare il grado di riuscita nel cimento a fine partita. Saranno i dadi a decretare il successo nelle prove e nei combattimenti, anche se sotto questo profilo il livello di difficoltà si rivelerà tutt’altro che proibitivo.

Grane maggiori le daranno invece alcuni enigmi, essenziali per il completamento della missione ed escogitati per lettori non proprio di primo pelo. Verso questa componente ludica l’autore dimostra però una certa indulgenza, fornendo in appendice sia un breviario di suggerimenti che le soluzioni.

Ma il viaggio di Alice Key alla scoperta dell’origine del mondo (e, si vedrà, anche della propria) non termina qui. Questo infatti è il primo capitolo di una serie, autoconclusivo poiché gran parte degli interrogativi vi trovano chiusura, ma gravido di filoni narrativi da approfondirsi negli attesissimi episodi successivi.