Alla pluralità di ambientazioni proposte in questa nuova, florida, stagione italiana del librogame (il fantasy, da sempre azionista di maggioranza, ha ceduto quote decisive alla fantascienza, al folklore, alla rivisitazione letteraria) si sono accompagnate innovazioni altrettanto audaci nella definizione del protagonista (supercattivi, entità semi-astratte o addirittura… donne ^_^) e tentativi di ibridazione con altri format (su tutti il gioco da tavolo e il videogioco).

Bacci Pagano - Il Gioco” si inserisce splendidamente nel poliedrico contesto appena delineato: è un investigativo, è scritto in prima persona, è studiato per sedute da singoli o in gruppo e si presenta come gioco in scatola pur essendo nella sostanza un librogame, assurgendo così a fulgido esempio di contaminazione tra generi.

Ad opera della premiata ditta Marco Zamanni - Enrico Corso (Novità dell'anno al Librogame's Land Award 2019  x “Jekyll e Hyde”) questa nuova fatica targata Demoela ha per protagonisti Bacci Pagano, il burbero e disilluso investigatore scaturito dalla penna di Bruno Morchio, e la sua Genova, città efficacemente ritratta nella sua più pittoresca e “DeAndreiana” accezione, coi suoi vicoli tortuosi, il mercato e i suoi aromi, i quartieri popolari e la varia umanità che li anima, il porto e le sue contraddizioni, i clochard, la zona grigia tra malavita e famiglie-bene.

La scatola contiene cinque fascicoli per altrettanti scenari - a soggetto di Bruno Morchio - in cui vedremo Bacci Pagano alle prese con indagini a respiro e complessità crescenti: per immediatezza e linearità la prima avventura (in cui il nostro dovrà gettare luce su una serie di furtarelli in una piccola libreria) si presta attivamente a tutorial, funzionale dunque ad assimilare le meccaniche di gioco; l’ultima (incentrata sulla scomparsa di un ragazzo rom) darà del filo da torcere anche ai segugi più navigati e implacabili, e per affrontarla ci si dovrà avvalere degli strumenti supplementari inclusi nella confezione (una mappa e un giornale).

Un regolamento asciutto e immediato (solo qualche riga di raccomandazione iniziale) rende la lettura di “Bacci Pagano” adatta anche a chi non ha dimestichezza con i librogame e le loro astruserie. Non ci sono statistiche da aggiornare, dadi da lanciare o prove. I partecipanti dovranno solamente districarsi tra i paragrafi, annotando sui Fogli d’Indagine i Luoghi d’Interesse pertinenti (alcuni preventivamente presenti, altri sbloccabili a seguito dell’evoluzione dell’inchiesta) e le parole-chiave, grazie alle quali verrà conservato il tracciato dei sentieri seguiti. La sfida così consisterà nel reperire i pezzi del puzzle per ricomporli in un quadro organico, nell’intuire le reticenze di indiziati e testimoni e nel sottrarsi a subdoli depistaggi che potrebbero farci dilapidare preziose unità di tempo. Queste ultime contribuiranno, assieme al conseguimento di particolari obiettivi, a definire il grado di riuscita del nostro operato così che, anche a caso risolto, i fascicoli potranno essere ripercorsi nuovamente, magari alla ricerca di strategie più rapide ed efficienti per conseguire un finale di successo.

Al pari delle altre creazioni di Zamanni, anche qui l’ingegneria di fondo si dimostra elegante e sopraffina: i casi sono solidi e ben costruiti e l’impianto narrativo risulta perfettamente oliato, adatto anche all’eventualità di dover ribattere più volte gli stessi posti per chiarire il mistero. Ma soprattutto “Bacci Pagano” è un investigativo in cui l’apparato soggiacente si configura come “trasparente” rispetto al lavoro di elucubrazione mentale che richiede. Saranno i giocatori a dover giocare, e non le strutture del libro al posto loro: un dettaglio trascurato o la sottovalutazione di una pista potrebbero condurre alla truce rottura della catena deduttiva, con l’infausto esito di un Bacci ridotto a girovagare per i quartieri di Genova come una trottola impazzita.

Se “Bacci Pagano - Il Gioco”, come si diceva, è fruibile da singolo (da normalissimo librogame), il pieno dispiegamento del potenziale lo offre sicuramente in “modalità collettiva”. In quest’ultimo caso le divergenze tra i partecipanti su come orientare le mosse di Bacci dilateranno anche i tempi di partita, ingenerando reciproche accuse di incompetenza, animosità suscettibili di sfociare in zuffe, rancori che verranno sopiti solo dopo mesi.